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Hostile Environment(s) – Ambienti Ostili

Cos’è un ambiente ostile? L’architetto e ricercatore Lorenzo Pezzani, su invito di ar/ge kunst, per un anno intero ha esplorato questa tematica.

Un ambiente ostile può essere l’alta montagna, quando arriva una bufera di neve, oppure il mare in tempesta quando una piccola imbarcazione carica di migranti si trova in balia delle onde oppure, ancora, un luogo in cui vigono leggi che negano ai non cittadini una vita nei binari della legalità. Pezzani sarà uno dei relatori che, su invito della Facoltà di Design e Arti e di ar/ge kunst, interverranno questo venerdì, 23 ottobre, durante la conferenza online “Hostile Environment(s)”, organizzata in collaborazione con la Goldsmiths University di Londra e la Z33 House for Contemporary Art/Design and Architecture di Hasselt. „L’obiettivo dell’evento è mostrare come un’atmosfera generale di ostilità influisca sulle diverse forme di esistenza, soprattutto quelle considerate estranee”, spiega il co-organizzatore, prof. Roberto Gigliotti.

Che l’arte possa fare molto di più che graffiare la superficie delle cose, è il messaggio che emerge dagli studi di Lorenzo Pezzani, ricercatore della Goldsmith University (Dipartimento di Architettura Forense). Pezzani è stato ospitato per un anno come artist in residence da ar/ge kunst occupandosi di ambienti ostili. L’idea prende l’ispirazione da un discorso dell’allora primo ministro britannico Theresa May che sostenne l’opportunità di creare un ambiente inospitale per gli immigrati irregolari. Il concetto di “ambiente ostile” in Gran Bretagna è stato declinato nel senso di negare ai cosiddetti “clandestini” l’accesso al lavoro, all’alloggio e all’istruzione. Sempre guardando alla traiettoria dei migranti, altri ambienti ostili possono essere fenomeni naturali o la natura stessa: es. il Mediterraneo, il deserto o le montagne.

In uno dei suoi progetti, Pezzani ha utilizzato le immagini satellitari per ricostruire il percorso di una piccola imbarcazione partita dalle coste del Nord Africa sfidando le onde che, a un certo punto della traversata, in pieno Mar Mediterraneo, è scomparsa dai radar. “Pezzani ha creato un lavoro molto toccante, che ti scava nell’anima”, afferma il co-organizzatore Roberto Gigliotti, docente di Interior and Exhibit Design alla Facoltà di Design e Arti di Bolzano. “Nel nostro convegno online, concentreremo la nostra attenzione sulla sofferenza quotidiana e sulle forme di violenza che sono invisibili, nel senso di nascoste, in quanto banalizzate e legalizzate da attori potenti attraverso l’uso del linguaggio”. La questione che rimane irrisolta e che guida tutta la riflessione di Pezzani e del convegno è: quali forme di fuga sono ancora possibili quando tutti i rifugi vengono distrutti?

I relatori e partecipanti a “Hostile Environment(s)” esamineranno l’ecologia politica delle migrazioni e la violenza alle frontiere a partire dal progetto di ricerca di Pezzani e dalla sua mostra commissionata da ar/ge kunst, Bolzano, e in coproduzione con la Z33 House of Contemporary Art, Design and Architecture, Hasselt. Hostile Environment(s) - è curato di Silvia Franceschini (Z33 House of Contemporary Art, Design and Architecture), Roberto Gigliotti (Facoltà di Design e Arti unibzt), Emanuele Guidi (direttore artistico, ar/ge kunst) e Lorenzo Pezzani (co-fondatore di Forensic Oceanography e docente alla Goldsmiths University of London). 

Venerdì 23 ottobre il simposio diffuso „Hostile Environment(s) – Designing Hostility, Building Refugia“ (www.hostileenvironments.eu) si aprirà con un dialogo con la politologa Françoise Verges. Il link alla conversazione, aperta al pubblico su zoom. La  passcode è: 892765

Foto:
Title: Françoise Vergès, Dakar, 2016
Author: Antoine Tempe
Description: The politologue and author Françoise Vergès, Dakar, 2016. / La politologue et auteure Françoise Vergès, Dakar, 2016

(zil)