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RiDeST persone in cambiamento. Presentati i risultati

Il progetto si è avvalso del contributo scientifico di Alvise Mattozzi, sociologo e docente unibz. L’obiettivo? Capire come l’offerta di servizi sociali possa rispondere a nuovi bisogni.

Venerdì scorso sono stati presentati i risultati di “RiDeST - Persone in cambiamento”. Il progetto aveva lo scopo di indagare in che modo l’offerta complessiva di servizi sociali e per la comunità presenti sul territorio del Comune di Bolzano riesca a rispondere alle nuove esigenze delle persone che non rientrano nelle tradizionali classificazioni sulla base delle quali sono organizzati i servizi sociali. Al tempo stesso, è stata svolta anche un’indagine su tali bisogni inediti al fine di meglio adeguare l'offerta di servizi a queste nuove esigenze, attraverso la sperimentazione di forme diverse di erogazione dei servizi per la comunità, capaci anche di stimolare e valorizzare il contributo e le risorse che cittadine e cittadini in cambiamento possono mettere a disposizione della comunità stessa.

Le nuove esigenze che il progetto RiDeST ha preso in considerazione sono quelle che caratterizzano la vita delle persone che non rientrano nelle classiche categorie su cui si è strutturato il sistema di welfare e la conseguente offerta di servizi sociali: ad esempio persone in una situazione indefinita tra l’essere occupati e l’essere disoccupati; persone che, in attesa di una più chiara sistemazione, vivono non dove hanno la residenza; persone che fanno parte di più di un nucleo familiare; persone andate in pensione o che stanno per andare in pensione, ma ancora intenzionate a lavorare. Fin dall’inizio del progetto queste persone sono state definite come persone in cambiamento o, meglio, in transizione. Riuscire a rispondere alle esigenze di queste persone consente di rendere le transizioni meno incerte e le persone meno vulnerabili, potenzialmente trasformando situazioni di spaesamento e precarietà a occasioni di esplorazione, crescita e cambiamento. Riuscendo, dunque, a rispondere alle esigenze di persone in transizione consente, dunque, ai servizi sociali e alla comunità di mettere in atto azioni di prevenzione e, al contempo, di promozione sociale.
 
La ricerca ha avuto un carattere interdisciplinare e transdisciplinare. Essa, infatti, ha, da un lato, combinato competenze progettuali relative al design dei servizi con competenze di analisi sociologica (Alvise Mattozzi, unibz) e, dall'altro promossa e sostenuta dall'Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Bolzano, è stata svolta in stretta collaborazione con la cooperativa sociale StudioComune, e si è avvalsa del parere e delle competenze dell'Azienda Servizi Sociali, dell'Assessorato alle Politiche Sociali della Provincia di Bolzano, e di Enti del Terzo Settore, quali ArciRagazzi e OfficineVispa. Tutte queste organizzazioni erano presenti nel Comitato di Pilotaggio che ha guidato il progetto.

La ricerca ha mostrato che l’articolato panorama dei servizi presenti sul territorio del comune di Bolzano ha le potenzialità per rispondere alle esigenze delle persone in cambiamento-transizione. È però necessario rendere più visibile e accessibile la rete dei servizi stessi e creare un maggior coordinamento tra i vari erogatori di servizi sociali e di comunità, siano essi pubblici, privati o del privato-sociale, che possa permettere alle persone in cambiamento-transizione di vedere la rete come una risorsa a cui si può fare ricorso in vari momenti della propria vita e non solo in situazioni di bisogno o di emergenza. A questo fine il gruppo di ricerca ha elaborato undici proposte progettuali suddivise in "strumenti" e "attività"  che potrebbero essere implementate negli anni a venire al fine di rendere l'offerta complessiva dei servizi sociali più visibile, accessibile e personalizzabile. Tutte caratteristiche che permetterebbero di meglio rispondere alle esigenze delle persone in transizione, rendendo i servizi sociali e di comunità una risorsa su cui contare, che può essere mobilitata sempre al fine di progettare e supportare il proprio cambiamento, più che una protezione a cui affidarsi nei momenti di emergenza. Tali "strumenti" e "attività" non mirano a sostituire quanto già c'è, ma a consentire un maggior coordinamento, integrazione e connessione tra i servizi esistenti.

Delle undici proposte progettuali elaborate, quattro sono state approfondite, proponendo un piano per la loro implementazione, al momento al vaglio del Comune di Bolzano. Sulla base degli interessi, possibilità e scelte del Comune di Bolzano il progetto potrà continuare per studiare nel dettaglio e quindi poi realizzare effettivamente le proposte progettuali, a partire dalle quattro finora approfondite. Il 25 febbraio si procederà ad una fase di restituzione dei risultati della ricerca incontrando le persone e le organizzazioni coinvolte nelle varie fasi della ricerca. Nella situazione attuale le 11 proposte progettuali possono diventare integrarsi alla implementazione locale del "Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza" in particolare per quanto riguarda la sfida del miglioramento della resilienza e la riduzione dell'impatto sociale ed economico della crisi pandemica.

(uscbz/zil)