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Routine lavorative ripetitive e noiose? Ci pensa Robidium

Il software sviluppato dal ricercatore Fabrizio Maria Maggi ha vinto il Best Demo Award a Business Process Management, la conferenza internazionale di riferimento del settore.

Robidium, l’applicazione sviluppata da Fabrizio Maria Maggi, ricercatore della Facoltà di Scienze e Tecnologie informatiche, potrebbe rivelarsi uno strumento grazie al quale le organizzazioni possono aumentare la produttività e, al tempo stesso, la soddisfazione dei dipendenti. Come? Togliendo loro i compiti più tediosi perché sempre uguali a se stessi e impiegandoli in lavori meno noiosi, in cui l’autonomia decisionale umana non è – per ora almeno – così agilmente sostituibile da un calcolatore. Le premesse sono ottime e anche per questo motivo, la versione provvisoria dell’applicazione - testata con successo all’interno dell’amministrazione dell’Università di Melbourne - è stata premiata come migliore demo alla conferenza di punta nel campo dell’automatizzazione dei processi, Business Process Management

L’idea alla base del software dal nome fantascientifico – “Rob sta per Robotic, Robidium ricorda il nome di un metallo che si riferisce al “mining” delle procedure che possono essere automatizzate”, chiarisce Maggi - è abbastanza semplice. “Alcune categorie di lavoratori, ad esempio quelli dell’amministrazione, quando si interfacciano con un sistema informatico, devono dedicare parte del loro tempo di lavoro ad attività ripetitive come, ad esempio, l’inserimento di dati”, spiega il ricercatore, “con Robidium abbiamo costruito un’applicazione che capisce cosa sta facendo l’utente ed è in grado di generare automaticamente un “softbot” che svolge questa attività in autonomia, liberando il tempo della persona al terminale per altri task”.

La difficoltà ad automatizzare i processi risiede nella preliminare raccolta di informazioni, spesso disperse tra le diverse unità che compongono le organizzazioni: un’attività che richiede tempo e che non è esente da errori. La novità introdotta da Robidium è che questo lavoro preparatorio per l’automazione non serve più: lo svolge direttamente il software analizzando gli accessi al sistema da parte dell’utente. Quando una persona si interfaccia con un sistema questo crea una log, ovvero un file che elenca le attività svolte. 

“Grazie a un routine extractor, che rileva tali attività e capisce cosa sta facendo l’utente, è possibile per Robidium generare un softbot che esegue le fasi del processo che possono essere eseguite in automatico”, aggiunge Maggi. I vantaggi di tale innovazione sono molteplici: è possibile accrescere la motivazione dei collaboratori, impiegarli in operazioni più varie in cui devono prendere delle decisioni, si possono eliminare gli errori dovuti all’affaticamento e alla perdita di concentrazione degli utenti e, in ultima analisi, si velocizzano i cicli produttivi, liberando il tempo per altri lavori più utili. 

Il ricercatore e alcuni colleghi autori del paper “Robidium: Automated Synthesis of Robotic Process Automation Scripts from UI Logs” stanno ora iniziando a studiare versioni ibride di Robidium. “In futuro vogliamo permettere all’utente un’interazione con il software, permettendogli di entrare in azione nel momento in cui il lavoro da svolgere necessita del suo intervento”, conclude Maggi.

Immagine: unsplash.com

(zil)