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“Vedere Gomorra al cinema mi ha cambiato la vita”
#unibzcareers. Intervista con il regista Andrea Cazzaniga, ex-studente unibz, autore di “Brüche” che verrà presentato al Bolzano Film Festival 2021.
“Mi sarebbe piaciuto che il Bolzano Film Festival si tenesse almeno in parte in presenza, così da poter presentare il mio lavoro a Bolzano, la città in cui ho conosciuto alcuni dei miei più cari amici”. Da Berlino, dove vive da oltre dieci anni, Andrea Cazzaniga esprime il suo desiderio di tornare in uno dei luoghi a cui è maggiormente legato. Purtroppo è notizia di pochi giorni fa che l’edizione di quest’anno del Festival – che, dal 13 al 18 aprile, ospiterà la presentazione del suo cortometraggio “Brüche” nella sezione “local artists” – si terrà interamente online. La riunione del regista con la città dove la sua passione per le immagini, prima ferme e poi in movimento, si è accesa, è solamente rimandata.
Dopo aver frequentato le scuole dell’obbligo ad Alassio, in Liguria, sedici anni fa Andrea decise di iscriversi alla Facoltà di Design e Arti unibz, nata da poco, ma già con un’identità molto precisa. “Arrivai in Alto Adige perché facilitato dalla mia conoscenza del tedesco – mia madre è gardenese – ma soprattutto perché convinto dall’impostazione del corso di studio, in cui si aveva la possibilità di approcciare, attraverso i progetti, sia il design di prodotto che di comunicazione mentre avevo avuto l’impressione che nelle altre università i percorsi fossero più rigidamente definiti”, spiega.
Nelle aule della Facoltà, Andrea, scopre la storia e il linguaggio della fotografia. Nelle officine invece, seguendo i consigli di Curzio Castellan, mette in pratica quello che impara a lezione e che poi gli servirà per il lavoro di tesi, intitolato “L’attesa”, in cui, per mezzo della macchina fotografica, indaga espressioni, pensieri, passioni e attimi di vita di bagnini e cacciatori in appostamento. Oltre alla fotografia, in quegli anni anche il cinema infiamma la fantasia dello studente di Design. A fare scattare in lui la classica molla, la visione al Filmclub del film di Matteo Garrone, il pluripremiato “Gomorra” tratto dal primo libro di Roberto Saviano. “Quando sono uscito dalla sala avevo i brividi e nei giorni successivi, nella mia testa continuavano a ronzare le immagini, i volti e le voci dei protagonisti del film – nessun film prima di allora mi aveva toccato così tanto. Da lì ho cominciato a pensare che avrei voluto indirizzare la mia creatività in quel senso”, racconta.
Dopo essersi laureato e aver lavorato per tre anni come grafico e fotografo di architettura in Alto Adige, incoraggiato da un cinefilo suo conoscente, Andrea si è cimentato nel suo primo cortometraggio, incentrato sugli ultimi istanti di vita di un uomo anziano. Il film gli è valso l’ammissione alla Filmuniversität Babelsberg KONRAD WOLF a Potsdam. Qui l’ex-studente unibz ottiene un bachelor e successivamente frequenta anche il master, diplomandosi nel 2019. Negli anni dell’università a Berlino, Andrea gira diversi film, sia di finzione che documentari, riscuotendo critiche positive.
L’ultima sua opera è “Brüche”, selezionata per l’edizione di quest’anno del Film Festival di Bolzano: una storia di un viaggio nella Germania del Nord durante il quale due amiche scoprono parti oscure di sé e dell’altra che ignoravano. “La prima del film è stata al festival “Sehsüchte” di Potsdam, dove ha vinto il premio del pubblico per miglior film di genere”, commenta Andrea Cazzaniga. Il regista vede quest’opera come il suo biglietto da visita per i suoi lavori futuri, per il grande salto verso un lungometraggio che, solitamente, segna il vero debutto di ogni regista cinematografico.
“Il progetto – “La Strega di Triora”, ambientato nei monti liguri – di cui sono assolutamente convinto, attende solo di trovare una casa produttrice italiana”, confessa il regista, “la sceneggiatura è finita. È tutto pronto e abbiamo solo bisogno di creare i contatti giusti, che possono soprattutto nascere dalle presentazioni di “Brüche” ai vari festival, così da poter trovare i finanziamenti necessari per girarlo”. Sarebbe bello che quest’occasione scaturisse proprio grazie al Festival di Bolzano, da quel Filmclub in cui per la prima volta il laureato unibz capì che il cinema sarebbe stato la sua vita.
(zil)